L’ultima sfida di Google: l’advertising in realtà virtuale. Un team selezionato da Big G starebbe già sviluppando delle integrazioni sempre più efficaci tra mondi costruiti attraverso Augmented Reality oppure VR e mercato pubblicitario.
Troppo presto? Non tanto. Ricordiamo che la reatà virtuale, o VR, è una tecnologia ancora acerba, da molti punti di vista, ma che già sta dando i suoi primi risultati nelle applicazioni come i videogiochi oppure l’enterateinment.
I risultati e i numeri non sono ancora quelli che permettono di raggiungere il grande pubblico, ma molto si è fatto, si sta facendo e si farà. Mountain View in particolare, forte del suo circuito pubblicitario AdSense, starebbe pensando di trasferirlo anche in questo ambito.
Advertising in realtà virtuale: come nasce il progetto
Gli esperimenti di Google sono tanti. Ricorderete che in passato molti dei dipendenti Google erano incoraggiati ad utilizzare parte del loro tempo per portare avanti progetti paralleli. Per la verità questa pratica aveva anche un nome, “20% del tempo”, perchè consisteva esattamente in questo: concedere ben un quinto delle ore lavorative in azienda per side project e start up. Una pratica informale che ha portato i suoi frutti, anche in ambiti di business, come Gmail e AdSense. Ma la pratica è stata progressivamente abbandonata per preferirle la creazione di una vera e propria azienda che si occupa di startup, ovvero Area 120.
E’ proprio Area 120 che ha lanciato questo nuovo progetto per trasferire l’adevitising in realtà virtuale. Il nome, piuttosto lungo ma completo, è VR Ads Developer Early Access Program, e incoraggia programmatori, coder e chi si occupa di tecnologia di valutare la prossima “Big Thing” nell’ambito VR, cioè la pubblicità.
Nella pratica, questo si tradurrà in quanto abbiamo già visto su YouTube, (qui un nostro articolo sui passi di YouTube nel VR solo l’anno scorso) declinato per la realtà virtuale: un trailer, “skippabile” premendo il pulsante per interromperlo. Gli sviluppatori interessati possono scaricarsi tutto il pacchetto per la programmazione e l’attuale ambiente di sviluppo, previa la compilazione dell’apposita modulistica e l’accettazione da parte di Google.
Advertising in realtà virtuale: i prossimi step
Naturalmente le prime pubblicità su realtà virtuale passeranno sui Cardboard di Google (ma senza trascurare iOS). E anche sui dispositivi Daydream e Samsung. Tutto dipende anche dalla disponibilità delle aziende interessate e dagli stakeholder, che potenzialmente sono molti. Per gli user, l’arrivo della pubblicità anche nella VR rappresenta un duplice segnale: se Google si sta muovendo in questo senso, significa che la tecnologia è abbastanza matura e promette ulteriori implementazioni (leggi: più giochi, applicazioni, forse serie in 3D?).
Con il solo lato negativo del tradizionale scotto da pagare: quando ci sono un’offerta significativa e un pubblico nutrito, l’adevrtising non tarderà ad arrivare. Il rischio più grosso forse deriva dai costi: le esperienze e le tecnologie virtuali costano, e finchè il largo accesso non abbatterà i costi, molti servizi gratuiti rischiano di essere troppo monopolizzati dalla pubblicità.
Vedremo. Per ora si tratta di ipotesi. Ma i trailer e la pubblicità semantica di Google sono dietro l’angolo anche nella realtà virtuale.