British Library e SEO. La British Library starebbe andando incontro ad una trasformazione e si proporrebbe sempre di più come un’innovativa media company. Così ritengono analisti e osservatori, accortisi del grandissimo lavoro di SEO che l’istituzione sta portando avanti per essere presente tra i primi risultati nei motori di ricerca.
Ma non si tratta solo di SEO. Forte di un’attivissima esperienza di raccolta e catalogazione di testi e giornali iniziata in tempi relativamente recenti (1973), un patrimonio di 150 milioni di documenti (che si arricchisce ogni anni di una decina di milioni di entrate) la British Library avrebbe cominciato a produrre propri contenuti, (podcast, news, live streaming) esattamente come ormai tutti gli utenti e le organizzazioni attive su internet, impegnati nella ridefinizione dei nuovi media e quasi parte integrante di essi. Un po’ una necessità se si vuole essere conosciuti sul web.
Avevamo parlato di qualcosa di simile già in precedenza, notando come anche lo Smithsonian americano si fosse affacciato con successo sul web, utilizzando nella sua strategia online prefino l’emoji marketing.
British Library e SEO: la mente dietro al progetto
A capo del progetto che vuole portare la Biblioteca londinese fuori dai suoi limiti fisici ci sarebbe l’instancabile Graham MacFadyen, un curriculum e una preparazione nei new media di tutto rispetto, infatti precendentemente attivo per testate come Guardian e il Financial Times.
In quest’ultimo ruolo particolarmente apprezzato per la capacità di ridisegnare il rapporto con gli utenti internet, fidelizzarli alla testata e aumentarne il numero. MacFadyen si sarebbe assunto il compito di ripetere i successi avuti durante i tre anni passati al Financial Times.
I risultati di questo cambio di rotta sono stati notevoli. Gli obiettivi di MacFadyen sono noti (sono liberamente consultabili su Linkedin) e includevano un progetto (ormai concluso e implementato) di ridefinizione del sito della British Library, una rivitalizzazione del “brand” e dello story telling aziendale, e un rinnovato CRM (customer relationship management) che facesse uso di un’infrastruttura ricca di dati sugli utenti online della British Library.
MacFadyen ne parlerà con tutta probabilità durante un incontro pubblico il 5 e 6 Ottobre nel Regno Unito, al Festival del Marketing. Dove toccherà tra gli altri argomenti anche quello di ottenere ottimi risultati sul web con investimenti relativamente modesti.
British Library e SEO: alcuni esempi di una strategia di successo
La British Library può contare come “asset” del materiale unico, originale, d’epoca e di inestimabile valore. Il suo obiettivo è “insidiare” il primato di Wikipedia, di BBC e di altre società che si occupano tematicamente di autori in uno dei suoi core business: la letteratura.
E può farlo in due modi: da un lato può rendere disponibile online manoscritti e altro materiale originale che possa essere di attrazione e di richiamo per i trend del momento, dall’altro può attirare un pubblico di lettori più tradizionali che siano interessati ad approfondimenti culturali.
Non ultimo, il suo obiettivo è quello tradizionale di una biblioteca, cioè l’attirare visitatori agli eventi sempre più numerosi che programma nella sua strategia per la visibilità.
Un esempio eclatante? Al momento dell’impazzare della moda dei Pokèmon Go, la British Library è stata in grado di cavalcare la tendenza proponendo un’interessante variazione sul tema, con gli antenati dei Pokèmon, cioè chimere medievali scovate in antichi codici miniati.
Uno dei tanti esempio di un’uso creativo del ricchissimo patrimonio culturale che la biblioteca può vantare.
Un altro caso in cui le strategie che coniugavano British Library e SEO di MacFadyen hanno funzionato alla perfezione è stato per l’esposizione della Magna Carta, di cui nel 2015 cadeva l’anniversario. La programmazione è stata sul lungo periodo: quasi un anno prima dell’esibizione, è stato creato all’interno del sito della British Library uno spazio dedicato, raccogliendo un gran numero di visitatori che poi sarebbero diventati destinatari – e quindi visitatori reali – di una campagna promozionale.
E i numeri dei visitatori hanno dato ragione a MacFadyen. Che ha portato l’account Facebook della biblioteca a 250 mila like e l’account Twitter a quasi un milione e mezzo di follower.
Un altro esempio delle sinergie sempre più efficaci che possono stabilirsi tra istituzioni culturali e museali “fisiche” e web, se si assecondano gli appetiti di internet, dei social network, del ranking e degli internauti. Strategie sempre più coordinate, tra l’altro, se è vero che le Istituzioni del Regno Unito hanno iniziato ad incontrarsi regolarmente per condividere le proprie “best practices” online.