Chat bot. Ultimamente quando si parla di bot e affini il pensiero va a Telegram (i bot, della più svariata natura, sono una delle feature vincenti di questa piattaforma, di cui abbiamo parlato in precedenza) e agli account automatizzati (magari su Twitter) che vengono creati per gonfiare scorrettamente l’hype di un trend o di un hashtag. L’avevamo già visto parlando di Fake News, per le quali i bot costituiscono un importante elemento di diffusione.
Ma i “chat bot” sono molto di più. Sono software in grado di dialogare. Qualcuno ricorderà forse Polygen, un simpatico software online che permetteva di creare una “grammatica” con uno stile particolare, di solito ironico. O le pagine satiriche dei candidati politici che spuntano immancabilmente prima di ogni elezione, ultime tra tutte quelle di Hillary Clinton e Donald Trump, che permettevano agli utenti di interagire con dei candidati virtuali. Le risposte erano estrapolate dal ricco archivio di dichiarazioni dei politici in questione e progettate per essere pertinenti con la domanda dell’utente.
Il principio dei Chat Bot è lo stesso, e da adesso esistono servizi in rete che permettono di costruire algoritmi in grado di interagire con interlocutori umani con molta facilità. E senza nozioni di programmazione, se non un’infarinatura del funzionamento di un algoritmo a “snodi”.
Chat Bot: cosa servono e il loro potenziale
Gli assistenti virtuali spopolano per la verità già da qualche tempo. Banche, Aziende e Media hanno ormai tutte un bot dedicato, che sia su Messenger, su Telegram o su altri canali. Al Chat Bot si dovrebbero demandare incombenze che possono essere utili per l’utente, ad esempio le richieste e le domande dei clienti. Un customer care automatizzato, per semplificare. E’ quanto ha fatto ad esempio da Banca di Scozia, Telecom o Fox.
Con qualche errore di percorso nella loro costruzione, non dovuta tanto al software quanto al materiale con cui il bot interagisce in rete. Molti bot infatti sono programmati per assimilare il linguaggio degli utenti. Con risultati imprevedibili. Un bot creato da Microsoft che sondava le conversazioni su Twitter pare aver carpito il peggio della piattaforma, imparando un linguaggio volgare, razzista e offensivo. Non certo colpa della programmazione, quanto della poca netiquette degli utenti.
Alcuni hanno paragonato i bot ai primi siti web. Ancora non perfettamente funzionanti, perfettibili, lontani dalle promesse della ricerca in merito ad un’intelligenza artificiale davvero semantica, ma con un ricco mercato davanti a sè. Mercato che come ogni nicchia del web adesso attira aziende che scommettono sulla sua espansione. Espansione che promette meraviglie, specialmente se abbinata con i comandi vocali: basti pensare a Siri di Apple o a Google Assistant: per rendere i dialoghi di quest’ultimo davvero “umani” sono stati addirittura scritturati sceneggiatori e autori.
Chat Bot: crearli è sempre più facile
Nonostante le risorse messe in campo in questo settore da aziende come Google, non si deve comunque pensare che i bot siano esclusivo appannaggio di grossi business. Nell’ultimo periodo sono spuntate molte aziende che premettono di creare con poco sforzo il proprio personale bot. Un bot in grado di interagire con gli utenti, fare loro domande, raccogliere le loro informazioni personali e storarle in appositi database. Il tutto su Facebook Messenger, WeChat, sul proprio sito o su altre applicazioni.
Le aziende maggiormente menzionate a questo proposito sono Rebotify, Motion AI e MindIQ. Rebotify ha un’interfaccia un po’ macchinosa, rispetto ad esempio a quella fluida proposta da Motion AI, ma permette di fare essenzialmente le stesse cose. In entrambi i casi la conversazione è creata in modo grafico, secondo uno schema algoritmico: si crea un flusso dell’interazione posizionando le risposte del bot.
Da tenere d’occhio i vari passaggi: non è richiesta programmazione, ma uno stretto controllo logico delle varie fasi tra domande e risposte. MindIQ è invece pensato esclusivamente per le pagine Facebook, e permette di creare un semplice bot in pochi minuti, con un occhio al business e alla vendita.
Vedremo come evolverà questo nuovo settore del web e dei social network.