Facebook at work e novità di Menlo Park per social media manager
Facebook at work arriva anche in Italia. Le aziende che all’estero avevano testato la piattaforma, si dicono soddisfatte dell’esperimento. Peccato che, come fanno notare i cinici, forse di questa novità non c’era un grande bisogno. Quali sono le caratteristiche di un app o di un tool di successo? La capacità di rispondere ad una precisa esigenza del pubblico di riferimento e poi, naturalmente, il funzionamento lineare e l’efficienza nel produrre il risultato atteso. Premesso questo c’è da chiedersi se tra le novità di Menlo Park rivolte ai social media manager sia proprio Facebook at work la perla da custodire gelosamente.
Facebook at work: obiettivi del social e concorrenti già attivi
Facebook ha iniziato a parlare di questa piattaforma per professionisti già diversi mesi fa, affidando ad alcune aziende, tra cui qualche nome illustre, l’onere di testare il sistema. Facebook at work serve alle aziende per gestire in una cornice famigliare – quella di Facebook – i gruppi di lavoro interni. Il layout è molto simile a Facebook, sia per i newsfeed sia per la composizione del gruppo segreto. Con questa applicazione Zuckerberg&C. vanno a sfidare app come Slack che tra i suoi obiettivi ha il rendere più leggero, piacevole e produttivo il lavoro del team aziendale. Ma se Slack c’era già e funzionava bene, proprio come Skype e altri sistemi di chat interna, di Facebook at work c’era davvero bisogno?
Facebook ha pubblicato altre 2 novità più interessanti di at work
Rispondere alla domanda che ci siamo posti non è semplice però possiamo osservare come Facebook at Work, in modo assolutamente strategico, sia stato lanciato sul mercato insieme ad altre due chicche per i social media manager che amano essere sempre aggiornati: il nuovo algoritmo per i newsfeed e l’opzione multilingue per i post delle Fanpage.
Il nuovo algoritmo per i newsfeed ha l’obiettivo di rendere più efficaci le storie presentate all’utente, selezionando le stesse sulla base delle news più visitate e degli argomenti trattati e seguiti. Siamo grosso modo sulla scia dell’advertising personalizzato proposto da Google ed è naturale che ci dovesse essere un punto d’arrivo analogo anche per gli sfidanti di Big G. Adesso bisogna soltanto capire come questo algoritmo influirà sulla presentazione dei contenuti delle Fanpage: saranno premiati i contenuti con maggiori interazioni o i contenuti più originali?
Per le pagine Facebook c’è un’altra novità interessante da valutare: la possibilità di pubblicare post in più lingue. In pratica i contenuti delle pagine saranno visualizzati in diverse lingue in base alla geolocalizzazione associata all’account dell’utente. I commenti e i like anche in lingue differenti da quella originale saranno visualizzati nello stesso post. I social media manager, soprattutto quelli che gestiscono pagine con fan distribuiti oltre i confini nazionali, avranno da divertirsi ma anche da lavorare visto che l’opzione multilingue si deve attivare. Come? Accedendo alle impostazioni della pagina, poi scegliendo “Post in più lingue” e dando l’OK per la poliglossia dei post.
Alla luce delle ultime due novità la domanda torna: Facebook at work è necessario o è solo un po’ di clamore intorno a tools più birichini?