Facebook e Snapchat sono due social diversi, pensati per pubblici diversi. Questo è quello che asserisce in modo un po’ tranchant chi si occupa di Social. Il primo ha un suo impressionante nucleo consolidato di utenti storici e rimane la piattaforma leader, mentre il secondo sembra una moda adatta ad un audience più giovane (avevamo visto in un precedente post come i millennial sembrassero addirittura preferire Snapchat a Facebook). Un audience che comunque, secondo le proprie statistiche del 2016, produce 10 miliardi di visualizzazioni di video quotidiane.
Eppure Facebook, (ma un po’ tutte le creature passate sotto il controllo di Menlo Park, vedi Whatsapp e Instagram) non cessa di lavorare per evolversi in qualcosa di simile al social di Evan Spiegel. Gli indizi in questo senso sono molti. Da contenuti temporanei nella Timeline, a Messenger Day, a sortite nel campo dei filtri che dovrebbero allettare quanti sono abituati alle divertenti Lenti del Fantasmino. Ultimo update “sospetto” in ordine di tempo, le “Storie di Instagram”, una feature che ha fatto pensare molti ad un plagio bello e buono. L’obiettivo? Quello di fermare il crollo delle iscrizioni di utenti molto giovani.
Facebook e Snapchat: lo shopping di Facebook
Dovrebbe far riflettere, innanzi tutto, il fatto che Zuckerber 3 anni fa avesse già fatto una consistente offerta per comprare Snapchat, all’epoca solo una promettente azienda in crescita, creata da studenti di Stanford di belle speranze. (E anche criticata, perchè sembrava, con i suoi messaggi che scomparivano, assecondarre un fenomeno non troppo educativo, il sexting.) Ricevendo un rifiuto. Zuckerberg si era allora rivolto ad altre startup, spostando la sua voglia di shopping in Asia.
L’equivalente di Snapchat con gli occhi a mandorla è Snow, ma anche in questo caso l’acquisto non si era verificato. Miglior fortuna invece ha avuto l’acquisizione di Flash, a quanto pare, una sorta di Snapchat disponibile per i paesi del terzo mondo, che ha il pregio di usare pochissime risorse di banda. E che sembra solleticare alcune delle velleità per cosi dire “umanitarie” del creatore di Facebook, convinto che contribuire ad una connessione internet universale (anche nei paesi dove non esiste la banda larga) sia una necessità del mondo moderno.
Facebook e Snapchat. Ma anche Whatsapp e Instagram. E non solo.
Di Messenger Day abbiamo accennato. Si tratterebbe di una possibilità in fase di test. Che permette di mandare contenuti video opportunamente modificati della durata di 24 ore. Ancora non sono chiari i risultati e se l’opzione verrà estesa a tutti gli utenti.
Intanto però Whatsapp, da poco passato sotto le mani di Facebook (anche qui con qualche problemino legale creato dall’interazione non proprio trasparente tra i due servizi), sta testando gli Status temporanei, altra feature che sembra presa di peso, almeno concettualmente, da Snapchat. Si tratta di Status, arricchiti con disegni, emoji o testo, che si possono impostare mentre si fanno determinate attività, e che al termine di queste scompaiono.
Anche Instagram abbiamo visto propone qualcosa di simile, con videomessaggi temporanei. Ma gli indizi di un interesse di Zuckerberg, che rincorre le feature di Snaptchat, non finiscono qui. Anche nel campo specificamente hardware ci sarebbero test e acquisizioni, nell’ottica di ricalcare le “lenses” molto usate su Snapchat. Ecco quindi sospette sortite nel campo delle applicazioni per il riconoscimento facciale, forse per qualche inedita commistione di foto e filtri.
Non resta che rimanere a vedere come evolverà il social di Zuckerberg, se perderà la sua natura un po’ statica nell’ottica di attrarre il difficile e volubile pubblico degli adolescenti.