Facebook under 15: quali sono i nuovi controlli?

Da Cambridge Analytica in poi l’atteggiamento di Facebook riguardo al trattamento dei dati è sicuramente cambiato. Molte le proposte avanzate e le regole messe in atto per ovviare a questo “problema”. Inoltre adesso con l’entrata in vigore del Gdpr, ovvero il nuovo regolamento europeo per la protezione dei dati personali, le magli si stringono ancora di più. Soprattutto per quanto riguarda gli under 15, categorie a cui genitori ed educatori guardano con particolare interesse e che con questo nuovo quadro normativo li farebbe diventare “fuorilegge”, visto che l’età minima per iscriversi ai social passa a 15 anni.
Facebook under 15: quali novità?
La prima novità introdotta è stata il riconoscimento facciale, finora bloccato da una sentenza del 2012 emanata dal legislatore irlandese e valevole per l’intera Europa. Oltre a questo c’è stata un’ottimizzazione per quanto riguarda la gestione, e dunque la cancellazione, di informazioni sensibili non più ritenute condivisibili, come preferenze sessuali e orientamenti religiosi. Un’altra novità sarà di default, ovvero dovrà essere direttamente l’utente, se vuole, a sbloccarla. Stiamo parlando della funzionalità che suggerisce all’utente quali amici taggare nelle foto e che avvisa se un utente sta usando la foto di un altro per aprire un account fasullo.
Per quanto riguarda direttamente gli Under 15 le novità sono sostanzialmente due. Nella prima sarà direttamente Facebook a chiedere ai minori di 15 anni di rimuovere le informazioni sensibili rilasciate al momento dell’iscrizione, mentre nella seconda sarà richiesto il consenso di un genitore o di un tutore per mantenerle sulla piattaforma e consentire dunque l’invio di messaggi pubblicitari mirati. Nel caso in cui questo consenso non sia rilasciato l’utente under 15 potrà continuare ad utilizzare Facebook ma con una versione meno personalizzata.
Ovviamente entrambe le modalità di controllo sono state subito viste come poco protettive, infatti Facebook continuerà a fidarsi ciecamente dei propri utenti, anche se al momento dell’iscrizione hanno mentito sulla loro età. Inoltre per quanto riguarda il “consenso” sopra citato non serviranno documenti identificativi che dimostrano che “l’utente A è figlio dell’utente B“, per esempio, ma basterà che l’under 15 in questione invii la richiesta ad un contatto sul social o che inserisce un indirizzo mail qualsiasi. Sicuramente ancora troppo poco, questo è certo. La strada è segnata e la direzione deve essere quella di una tutela completa di questa particolare categoria.