Conoscete Google AMP? Dovreste. E’ una nuova tecnologia, un progetto che coinvolge editori, programmatori, comunità open source e ovviamente Google. Google AMP è un acronimo che sta per “Accelerated mobile pages” ed è piuttosto indicativo del suo obiettivo: un caricamento più rapido delle pagine di Google, pensato per i device mobili.
L’ha annunciato un anno fa circa Sundar Pichai, amministatore di Google, ad una conferenza parigina che si è tenuta all’accademia delle scienze. Il progetto in realtà è partito da diverso tempo, ma il febbraio dello scorso anno una presentazione ufficiale a Parigi. Perchè ne parliamo? Perchè è una tecnologia che sta prendendo sempre più piede e che non tutti conoscono. I partner? Come detto, un numero incredibile di editori, società Hi-Tech e pubblicitari di sei nazioni.
Google AMP: l’obiettivo
Tutti abbiamo sperimentato lentezza del carimento durante la navigazione su internet da cellulare. Google AMP “metterà una pezza” a questo problema. Come? Tutto merito di un codice specifico, che si caricheranno ad una velocità quadrupla di quelle normali.
Oltre a questo, la connessione con le pagine AMP consuma molta meno banda, venendo incontro anche a chi non quei costosi abbonamenti per non pensare più alla quantità di Giga consumati. Se conoscete Facebook Lite o Twitter Lite, i wrapper che “semplificano” la navigazione su questi due social network grazie a degli escamotage software, avrete un’idea di quello di cui stiamo parlando.
La tecnologia Google AMP: come impatterà nella vita degli utenti? Diciamo che tutto parte dalla cara vecchia pagina di ricerca di Google. Una volta digitata la keyword che cerchiamo, il motore di ricerca crea una galleria di notizie realizzate con AMP.
Lo scopo non è solo favorire gli utenti, ma ovviamente anche quello di aiutare i creatori di contenuti (editori e pubblicitari): se il caricamento è lento, il tasso di abbandono dei visitatori cresce esponenzialmente, riducendo lettori e introiti potenziali dell’advertising.
Google AMP ma non solo
Google AMP è una tecnologia in crescita, un progetto di ampio respiro a cui siamo sicuri seguiranno altri passi da parte dei giganti dell’Hi-Tech: troppo goloso il mercato degli smartphone e troppo in crescita per non venirgli incontro con costanti implementazioni tecniche.
Ma Google si muove anche su di un altro fronte.
Google è in prima fila per promuovere l’innovazione, e ha creato un fondo dedicato per il mercato europeo che solo lo scorso anno ha assegnato 27 milioni di euro, a fronte di un budget complessivo pensato per il triennio 2016-2019 di ben 150 milioni.
A chi vanno i fondi? A chiunque si occupi di contenuti e della loro diffusione, quindi startup tecnologiche in primis. Insomma, tutte misure per “svecchiare” il mercato editoriale, almeno dal punto di vista delle tecnologia, e avvicinare sempre di più lettori e editori (e, ça va sans dire, pubblicitari).