Un mix di tecniche di marketing con lo scopo di far crescere rapidamente un’azienda: così si può riassumere la pratica del growth hacking.
Growth Hacking: a chi serve
Il growth hacking è comunemente associato alle startup e questo per più motivi: una startup ha bisogno innanzitutto di crescere e di farlo nel modo più rapido possibile, ha poche risorse da destinare al marketing, spesso ha un prodotto ancora in fase di sviluppo e ha una prioritaria necessità di acquisire clienti.
Piattaforme informatiche, portali, e-commerce e app sono le attività che possono trarre maggiore profitto dal growth hacking soprattutto perché questa pratica utilizza strumenti di marketing non convenzionali.
Come funziona
Il processo di growth hacking può essere riassunto in pochi punti:
- aumentare il numero di persone che visita la pagina prodotto, l’e-commerce, scarica l’app;
- incrementare le interazioni con gli strumenti dell’azienda: si tratta delle azioni degli utenti che effettivamente usano la piattaforma, utilizzano la nostra app;
- accrescere i guadagni attraverso la vendita dei prodotti o servizi;
- aumentare i testimonial dell’azienda, utenti soddisfatti disposti a dare un feedback positivo per i prodotti e i servizi forniti dalla startup.
Growth Hacking: gli strumenti
Punto di forza di questa tecnica di marketing è l’utilizzo di strumenti economici per ottenere risultati e quindi sfruttare la forza dei social media, l’email marketing, il content marketing e verificare e programmare le azioni attraverso i numerosi strumenti di analisi dei dati che il web ci mette a disposizione.
L’importanza di un bonus
Offrire a un utente o cliente una ragione concreta per utilizzare il servizio: gli esempi di successo sono numerosi, tra i più recenti possiamo ricordare 21Buttons: l’app dà l’opportunità agli utenti appassionati di moda di guadagnare una percentuale sulle vendite dei capi di abbigliamento ritratti nelle loro foto pubblicate sul social. La possibilità di ottenere un reddito o un bonus è sempre un ottimo incentivo, basta calibrarlo sul proprio business.
Growth hacking: trasformare il cliente in uno strumento di marketing
Dare al cliente un buon motivo per proporre il prodotto o servizio ad altri: è il tipico meccanismo di “Presenta un amico…”. Lo hanno utilizzato tutti i social e i servizi più diffusi del web: emblematico è il caso di Dropbox che ha visto incrementare in modo esponenziale gli utenti regalando spazio gratuito a chi faceva iscrivere al servizio un amico. È il metodo della diffusione virale: dare un bonus agli utenti che diventano essi stessi venditori indiretti del servizio.
Usare il feed back degli utenti
Di importanza fondamentale è ascoltare le informazioni che arrivano dai clienti e dagli utenti: se ci facciamo guidare da loro per migliorare il nostro prodotto le conversioni aumentano. L’apertura di un forum può comportare un dispendio di tempo e molto lavoro, tuttavia questo strumento si può dimostrare un prezioso alleato per capire quali modifiche introdurre nel nostro servizio e per rilevare le criticità che impediscono al progetto di decollare.
Rivestono altrettanta importanza i mezzi di analisi offerti dalle piattaforme social, i dati di accesso dei siti e gli analytics delle campagne di email marketing. Tutti questi strumenti ci aiutano a comprendere il comportamento degli utenti e a impostare modifiche nel prodotto e nelle azioni promozionali.
Un esempio di successo in tal senso è rappresentato da Twitter. Il network nelle fasi iniziali aveva difficoltà a far crescere il numero degli utenti: l’abitudine di alcuni di essi di inoltrare i tweet come se fossero messaggi di posta elettronica ha indotto gli sviluppatori a introdurre la funzione direttamente nella piattaforma contribuendo così alla sua diffusione.
L’accento sulla tecnologia
Un’efficace strategia di growth hacking prevede una presenza sul web che coinvolga e integri tutte le piattaforme: dal sito web che deve essere responsive alle app che ci permettano di raggiungere tutti i potenziali clienti attraverso i loro dispositivi mobile.
Anche i contenuti informativi e promozionali che pubblichiamo vanno ripensati nell’ottica di growth hacking: pensiamo a costruire i messaggi in modo tale che siano facilmente condivisibili su tutte le piattaforme social. Quindi un’informazione precisa e puntuale dovrà tenere conto anche di quei social network dove l’immagine e il contributo multimediale sono particolarmente importanti.
Se applicare tutte queste tecniche può sembrare complicato è possibile tuttavia tenere presente che le strategie di marketing non convenzionale sono adattabili ai singoli casi e possono essere applicate per tappe intermedie.
Ad esempio possiamo stabilire come primo obiettivo un aumento del 10% di visitatori del nostro sito, oppure ottenere un determinato numero di leads in un mese e agire di conseguenza, nell’ottica di essere sempre pronti a effettuare una verifica dei risultati ottenuti e a correggere le nostre azioni di marketing sulla base dei dati raccolti.
Fonti: Search Engine Journal, Neosperience, Italia Social Media