Il brand, attraverso le immagini, hanno senza dubbio la possibilità di rappresentare il proprio prodotto in maniera unica, in modo emozionale e ad alto impatto visivo.
Le immagini hanno infatti la capacità di far comprende il proprio messaggio comunicativo in modo immediato e coinvolgente: secondo una ricerca di KissMetrics infatti, i post contenenti immagini su Facebook hanno il 53% di like in più, il 104% di commenti in più e l’84% di click in più rispetto ad un link contenuto in un post di solo testo.
Abbiamo fatto una chiaccherata con Matteo Civaschi, fondatore di H-57 e Shortology, progetto di grafica e ironia, basato su contenuti minimal e creativi, capace di rappresentare la realtà in maniera originale.
Come nasce Shortology e la sua idea di base di raccontare storie di vita quotidiana, anche in modo provocatorio, attraverso le immagini?
Shortology nacque nel lontano (oramai) 2012, quando un blog di creatività ci chiese di fornire dei “contenuti” divertenti e molto “pop”.
Ricordo che dopo quella richiesta cercai diverse ispirazioni nel mondo dell’arte e dell’advertising. Poi un giorno mi ritrovai in un bagno di un locale milanese e con me una copia di Rolling Stones, stavo leggendo aneddoti sulla vita del nostro compianto Michael Jackson e della sua ossessione di diventare bianco. In quel momento l’illuminazione, misi insieme il contesto in cui ero, le toilette, nella precisione gli omini di infografica che distinguono sulle porte gli uomini dalle donne…Michael Jackson + l’infografica dei bagni, e così nacque la prima vera “Shortology”.
Mandammo questa storia ai gestori del blog che furono entusiasti. Da quel primo esperimento nacquero poi le storie di Napoleone, Gesù, Maria Antonietta, Giulio Cesare, Bruce Lee e Darth Vader. Il linguaggio minimal ed essenziale funzionava in modo pazzesco, mi resi conto che potevo sintetizzare ogni cosa. Anzi, più l’argomento era complesso e vasto e più mi divertivo a maltrattare il contenuto sintetizzandolo al limite della comprensione. Un esempio? La saga del Signore degli Anelli, 9 ore di avventure e battaglie, con miriadi di personaggi che si incrociano a più riprese. Bene, la sintesi fu: un anello che finisce dritto dritto in un vulcano… fine!
Dopo qualche mese di pubblicazioni Shortology in questo blog di creatività, successe qualcosa, le storie uscirono dal blog e camminarono con le proprie gambe nel web, fecero il giro del mondo venendo pubblicate a più riprese in svariati siti di enterteinment puro, la gente apprezzava e continuò a condividere le nostre storie.
Un giorno di agosto, sotto l’ombrellone, ricevetti una mail dall’Inghilterra, alcuni agenti letterali di Londra (Janklow and Nesbit) mi fecero una semplice richiesta: “Hey abbiamo visto le vostre storie in rete, ci piacciano molto, volete farne dei libri?”… La risposta ovviamente fu “si, ma certo!”. Da quel giorno nacque l’enorme, apocalittico, gigantesco lavoro di Shortology. In questi anni siamo usciti in mezzo mondo con 3 episodi diversi (Shortology, Filmology e Proverbiology), dedicandoci ai grandi personaggi e famosi episodi storici e non, poi il cinema, fino ai proverbi popolari.
Lo Storytelling tramite immagini sui Social Media permette di ottenere un alto tasso di interazione: qual’è la vostra strategia di Social Media Marketing e come vi rapportate con la community di riferimento?
L’esperienza dei libri ci ha portato naturalmente ad evolvere il progetto Shortology su Facebook, il social numero uno come numero di utenti.
La nostra strategia è molto semplice, creare contenuti divertenti e di facile comprensione. Nel far questo abbiamo creato più filoni, cercando di attirare un target abbastanza vario. Ma che comunque vivesse Shortology per quello che realmente è: un contenitore di grafica ed ironia, che non si prende troppo sul serio. In questo modo abbiamo attirato “naturalmente” quasi 120000 fan in 4 anni di storia e di centinaia di post divertenti, emblematici, a volte di denuncia, toccanti, irriverenti, insomma, un intero mondo di suggestioni e provocazioni.
Tutto questo materiale dato in pasto al web ci ha permesso di essere molto riconoscibili, creando una vera e propria personalità virtuale. Le persone si divertono con noi, ci usano per esprimere concetti e celebrazioni. Questo ci piace molto, e continua a funzionare.
Il “linguaggio” di Shortology è nuovo e innovativo, quali sono i punti di forza che lo caratterizzano?
Credo che la ricetta sia semplice: sintesi estrema, idee, e una buona dose di cinismo/cattiveria. Più il visual è scarno e va dritto al punto, più le persone si divertono a farlo proprio e a condividerlo. Il design con pochi colori e le linee semplici che ricordano il mondo della scuola guida, aiutano a mantenere questo progetto sempre attuale e moderno, in realtà seguiamo un concetto vecchio come il mondo: less is more!
L’agenda scolastica da voi creata è un metodo creativo e divertente ai fini dell’apprendimento, potete spiegarci come funziona e se pensate di estendere tale realtà a una formazione professionale specifica?
E’ stato un esperimento fatto in collaborazione con Panini, che, come molti brand, si è incuriosito per Shortology e ci ha contattato chiedendoci se eravamo interessati a fare un agenda scolastica, la risposta fu la stessa: “si, ma certo!” Il progetto è stato un piccolo grande successo, moltissimi ci hanno chiesto il bis in questi mesi. Ma credo che sia stata una piacevole incursione, un esperimento, che forse rifaremo quando saremo pronti nuovamente.
Nell’ambito scolastico abbiamo un grande progetto che bolle in pentola, ci vorrà ancora un paio d’anni credo perché veda la luce, ma ci crediamo fortemente e ci stiamo lavorando assiduamente con alcuni professori universitari… posso solo dire il titolo, ma poi questo articolo si cancellerà dopo 5 secondi!… il nome del progetto è: Storiology!
Potete parlarci del vostro libro intitolato “Shortology, 101 ministorie per chi non ha tempo da perdere”: quali sono i personaggi principali dei vostri racconti?
Come citato in precedenza Shortology racchiude tanti personaggi celebri, come ad esempio, oltre quelli già citati: Obama, Froid, Hitler, George Bush, Mussolini, Giovanna D’Arco, e moltissimi altri, come varie storie più o meno credibili, come la nascita del Sahara (completamente demenziale), la creazione, l’universo, il D-Day, la seconda guerra mondiale, il muro di Berlino, La crisi dei missili cubani e molto altro ancora…
E’ un libro unico nel suo genere, si può divorarlo in mezz’ora (avendo pochissimi testi e il 95% di sole figure) oppure passare giorni ad analizzarne il contenuto,
che è frutto di ricerca, sintesi, ironia e a volte estrema demenzialità. A volte può essere utilizzato come veicolo di gioco, cercando di indovinare ogni singola storia (basta coprire il titolo) o le vostre meningi andranno in fumo o magari vi farete una sana risata. A voi la scelta.
Le immagini come motore per la comunicazione online: quali sono 3 caratteristiche principali da consigliare a un’azienda per una Social Media Strategy di successo basata sul potere delle immagini?
Sarò noioso ripetendomi, ma la ricetta è sempre la stessa: idee, sintesi, e una buona dose di ironia. A volte i brand devono avere il coraggio di essere più smart, cosa significa? Dal mio punto di vista vuol dire non prendersi troppo sul serio, cercare sempre l’ironia nei contenuti, magari scegliendo argomenti inconsueti ed interessanti.
E poi, molto importante, avere la voglia, ma soprattutto la capacità di essere reattivi alla velocità della luce, che si traduce in “cogliere l’attimo”, quando il web si scatena per un personaggio o un accadimento importante, bisogna reagire all’istante, e creare subito un contenuto che segua il flusso del web, nel celebrare qualcosa che è rilevante, proprio in quel momento, magari nell’arco di poche ore.
Questo secondo me è il modo di comunicare del futuro, con una buona dose di ingenuità e di coraggio, rischiando anche di sbagliare, ma se si azzecca la giusta creatività, può essere una vera bomba del web, mettendo in risalto il brand che ha investito su questo modo di comunicare, traendone moltissimi benefici, quali un immagine al passo coi tempi, rafforzamento del proprio target in termini di semplice “simpatia” e attaccamento alla “marca” che ha saputo parlare col linguaggio giusto del momento.
Ripeto, idee, sintesi ed ironia.
Essere sempre pronti a creare creatività in qualsiasi momento, anche in bagno! Il mio portatile (ad esempio) è sempre con me, come una pistola pronta a sparare. E quando “succede qualcosa d’interessante”, io lo estraggo e premo il grilletto della creatività, cercando di fare sempre centro.