Lunghezza dei post sui Social Media. Scrivere tanto? Scrivere poco? Qual è la ricetta per scrivere un tweet gradevole, un post Facebook con molto engagement in fatto di reactions e commenti, il post di un blog che venga effettivamente letto? Che titolo scegliere? Come verrà visualizzato su Google?
Ce lo si chiede spesso nell’ambito dei social media, e in rete esistono un florilegio di teorie. Alcuni dipendenti di Google stesso affermano in forum dedicati che, sempre parlando di Mountain View, Google privilegia la qualità a discapito della quantità. Per non parlare poi del fatto che esistono degli “aiutini”, come i plug-in per i CMS come WordPress, che danno diversi suggerimenti per l’indicizzazione. Ma non basta.
Abbiamo anche noi fatto un po’ di ricerche in merito, in particolare anche grazie a Social Media Today che si è data la pena di incrociare i dati più scientificamente solidi estratti da varie fonti, per arrivare ad una piccola guida che potesse essere d’aiuto nella stesura dei nostri post.
Lunghezza dei post sui social media: Twitter, Facebook e Google+
Le analisi concordano. Che si tratti di un consiglio di Twitter stesso, delle prove di una società che si occupa di social media come Buddy Media o di altre come Track Social (che si è data la pena di spulciare la lunghezza dei post sui social media di almeno 100 aziende tra le più conosciute) tutti convergono su di un dato molto semplice e molto utile.
L’analisi ha diviso i tweet in quattro categorie, da minuscolo, a piccolo, fino a medio e largo. La lunghezza media dei tweet più retuittati è di 100 caratteri, quindi rientra nella categoria media. E non solo. Mantenendovi attorno a quella soglia, avrete la possibilità di un engagement superiore al 17% a tweet di altra lunghezza.
Per quanto riguarda Facebook, preparatevi ad una sorpresa. Negli anni ci sono stati molti studi che hanno cercato di trovare la ricetta per il post perfetto, e la risposta finale sembra un po’ contro-intuitiva. In soldoni, alcune ricerche hanno scoperto che post di 40 caratteri ricevevano un engagement di più dell’80% rispetto agli altri.
Ma scrivere post di questa lunghezza è difficile, anche considerando che i dati riguardano soprattutto il pubblico inglese. L’inglese, ricordiamo, è monosillabico mentre l’italiano è polisillabico, e questo rende più complesse le operazioni di sintesi in quest’ultima lingua. Bisogna cambiare strategia? Non necessariamente.
Sono stati analizzati anche post attorno agli 80 caratteri, che sono la seconda categoria più avvantaggiata, e uno studio di BlitzLocal ha evidenziato che i post della terza categoria, quella che va dai cento ai 120 caratteri rimane sempre molto “cliccata”.
E’ stato analizzato anche Google+, naturalmente. Il consiglio qui è duplice. L’optimum sarebbe riuscire a mantenere l’headline sui 60 caratteri, cioè in una sola riga. In alternativa, però, è possibile violare questa regola se la nostra headline è particolarmente d’impatto.
Lunghezza dei post sui blog
La lunghezza dei post sui social media è una cosa. Ma per la lunghezza dei post nei blog? Se il consiglio che tutti i blogger conoscono è quello di mantenersi sopra le 300 parole, qual è la lunghezza ideale? Ad analizzare è stata l’agenzia Medium, che ha effettuato un’analisi che non prendeva in considerazione i click sulla pagina (banner, link) ma la cosa più preziosa che si possa ottenere in rete: l’attenzione.
Medium ha quindi preso in esame un gran numero di post, comparandone le seguenti variabili: lunghezza e secondi passati nella lettura. In sintesi il grafico risultante ha mostrato che i secondi di attenzione aumentavano per i post più lunghi, fino a 6-7 minuti, per poi declinare. Ecco la regola, quindi: i post dovrebbero contenere 1600 parole e richiedere circa 7 minuti di tempo. Oltre quella soglia, l’attenzione del nostro utente si abbassa.
Altre ricerche hanno verificato la veridicità di quanto scoperto da Medium, come Moz, che ha scoperto che i post più lunghi venivano linkati più spesso, mentre altre fonti non sono del tutto d’accordo.
Lunghezza dei post sui social media: headline, paragrafi… e video di youtube
Quanto dovrebbe essere lungo un titolo? Ve lo sarete chiesto spesso. Secondo alcuni fonti, forse non avrete nemmeno letto completamente il titolo del presente post. Le ricerche in questo senso mostrano che non solo più che leggere “ricerchiamo” (o “scannerizziamo”, se preferite) un testo per trovare parole chiavi e paragrafi interessanti, ma la stessa cosa facciamo per i titoli.
La regola per il titolo è che facciamo attenzione alle prime tre parole e alle ultime tre. Intuitiva ma molto efficace la conclusione: una headline di 6 parole massimizza la possibilità che il titolo venga completamente letto e assorbito.
Un altro elemento interessante raccolto in rete, basato su solide ricerche, riguarda i paragrafi. Ma non la loro lunghezza, la loro… larghezza. La larghezza influenza la percezione che i lettori hanno del nostro testo in due sensi: può dare l’impressione di essere un testo difficile (nei casi peggiori illeggibile: addio lettori) e una corretta disposizione dei caratteri può facilitare la comprensione. E’ stato ipotizzato che questa larghezza ideale si aggiri attorno ai 50 caratteri.
Concludiamo la nostra guida con qualcosa che interesserà chi si occupa specialmente di video. C’è un motivo scientifico che riguarda il consumo di ossigeno e zucchero del cervello dietro la lunghezza degli interventi di specialisti a TED talks, per esempio. A tutti i partecipanti viene chiesto di limitare i propri seminari al di sotto dei 18 minuti.
Questo proprio per il motivo che un gran numero di studi (effettuati ad esempio sull’attenzione degli studenti, con questionari compilati per verificare quanto fosse accurata la ritenzione di informazioni, eccetera) concordano sulle stesse soglie d’attenzione.
Vi siete imbattuti in qualche interessante studio sulla lunghezza dei post sui social media che vi piacerebbe condividere con noi? Fatecelo sapere nei commenti.