Fino a qualche anno fa era impensabile poter fare pubblicità all’interno della navigazione sugli smartphone. Infatti allora parlare di mobile advertising significava per lo più banner invasivi e interruption marketing fastidioso con risultati piuttosto discutibili e una continuità eccessiva rispetto alla struttura pubblicitaria desktop. Nel corso degli anni, con l’evoluzione della tecnologia e il sempre maggiore utilizzo dei cellulari sono aumentati il numero degli inserzionisti in questo settore e lo sarà ancora per molto. Secondo quanto emerge dallo studio “Native Advertising in Europe to 2020” di Yahoo e Enders Analysis, la native mobile advertising è destinata a crescere del 156% nei prossimi 5 anni, conquistando entro il 2020 il 52% della quota di mercato di tutta la display advertising in Europa.
Come farla funzionare al meglio
Nonostante sia un settore abbastanza recente è sicuramente possibile definire una strategia vincente di native mobile advertising. I due pilastri di qualsiasi piano editoriale di marketing sono i contenuti e la distribuzione. Per quanto riguarda il primo aspetto, è importante definire una gamma di contenuti – siano essi immagini o video – in grado di evidenziare il messaggio del brand e offrire valore aggiunto agli utenti. Per quanto riguarda invece l’aspetto che riguarda la distribuzione, è essenziale partire da una targettizzazione raffinata, costituita da una audience interessata all’area di business del brand e correlata rispetto ai contenuti organici che si stanno consultando. Solo dalla perfetta simbiosi tra contenuti, target e contesto è possibile creare valore aggiunto attraverso il messaggio pubblicitario, generando così lead e conversioni.
Tipo di contenuti
Tra i formati più utilizzati di native advertising ci sono le in-feed units che vengono definite dall’IAP (Istituto Autodisciplina Pubblicitaria). I contenuti in feed devono essere accompagnati da diciture che evidenzino la loro natura promozionale e da accorgimenti grafici specifici. Altro sistema sono le inserzioni in app o in game in vari formati (banner, video, link) che si attivano all’interno di un’applicazione o di un gioco e invitano l’utente compiere un’azione per ottenere un beneficio, come ad esempio vedere un video per guadagnare punti o utilizzare oggetti di brand che sponsorizzano l’app. Altro esempio di mobile native advertising è quella attraverso widget di raccomandazione, ovvero attraverso elementi integrati nella struttura editoriale e che sono preceduti da dicitura che indica che si tratta di contenuti scelti e raccomandati.