Qual è l’online advertising trend italiano? A rispondere a questa domanda, interessante per chi si occupa di web ma vitale per molti business della penisola, è il Politecnico di Milano, che ha istituito un Osservatorio sui media che ha comparato i trend del 2016 e del 2017.
La prima risposta alla domanda in questione, comunque, è che il tasso del 2017 si manterrà (o supererà, di poco) il livello del 2016.
Per entrare un po’ più nello specifico, le pubblicità che avranno più successo saranno (oltre ai Video, che avranno la parte del leone) le pubblicità denominate Classified (o annunci, per dirla all’italiana, presenti soprattutto nei portali tematici) e il Native Advertising, cioè le pubblicità costruite in modo da recare il minor disturbo possibile agli utenti (e che spesso somigliano ai contenuti del sito stesso).
Un dato non direttamente collegato alla pubblicità quanto agli acquisti, è che molti di questi ultimi riguardano i video on demand, con Netflix e simili a guidare.
Online Advertising trend: il 2016
Prima di vedere come sarà il trend 2017, un’occhiata al 2016. Che ci fornisce dati interessanti: la pubblicità sul web ha “mosso” lo scorso anno oltre 2,3 miliardi di euro. Internet si accaparra circa un terzo del mercato totale (30%), immediatamente dietro la televisione. Se si scava ancora più a fondo, si scopre che le aziende leader investono per il 67% nel web.
Per quanto riguarda il 2017, i dati attesi sono ancora più consistenti: la crescita di Video (in primo posto) Native advertising e pubblicità su smartphone dovrebbero raggiungere i 2,6 miliardi. Con le aziende leader che aumenteranno gli investimenti fino a portarli al 75%.
Tutte informazioni che si possono leggere nel paper pubblicato dall’Osservatorio Internet Media del Politecnico.
Online Advertising trend: quali sono i formati vincenti
Cominciamo con la Display advertising, la forma più nota e più utilizzata di pubblicità (banner sui siti di interesse dell’utente, per esempio), che è cresciuta dell’11% nel 2016, e che da sola vale 1,4 miliardi di euro, più della metà del totale.
Per quanto riguarda la cosidetta Search, ovvero gli introiti generati dai motori di ricerca (in pratica Google), questa vale oltre 700 milioni di euro, e cresce costantemente, come nel 2015, del 4% all’anno. Per quanto riguarda i formati che vengono definiti “Classified”, ovvero gli annunci (tipicamente nei portali tematici come Bakeka.it o simili) questi raggiungono i 200 milioni di euro, in trend calante rispetto alle prime posizioni rispetto agli anni precenti. Piccola la quota riservata alle email, circa 30 milioni di euro.
A crescere maggiormente, e a solleticare gli investitori, è la pubblicità Native, che da una percentuale ridotta ora ha raggiunto e superato l’email advertising, anche grazie alle possibilità di “scivolare” non vista attraverso i filtri dei browser che bloccano automaticamente la pubblicità. La loro crescita è data al 50% durante il presente anno. La crescita nel 2016 è stata quasi dell’80%.
Sempre ampiamente utilizzata, la “componente” video, che ha raccolto risorse per 500 milioni di euro nel 2016. I video probabilmente nel 2017 rappresenteranno la forma più utilizzata di advertising, almeno un quarto del totale.
Aumenta anche quella parte (nelle varie forme, Display, eccetera) detta “Programmatic”, ovvero le pubblicità basate sulla profilazione, che si attende arrivino ai 400 milioni di euro nel 2017. Un mercato in sicura espansione.
Online Advertising trend: e gli smartphone?
Chiariamo subito che la pubblicità per la maggior parte viaggia ancora su Pc, quasi il 70% del totale. Da soli, i device mobili “muovono” circa 700 milioni di euro. Un trend in crescita di oltre 50% e che raggiunge un terzo della pubblicità complessiva. Per il 2017, ci si attende che “sfondi” la soglia psicologica del miliardo.
La crescita comunque è costante e vertiginosa, complementare alla diminuzione a cui si assiste sul Pc. Gli utenti degli smartphone però non sono ancora consumatori attivi, e molti preferiscono fare acquisti tramite Desktop, se si pensa che la maggior parte di traffico internet deriva dagli smartphone mentre gli introiti pubblicitari maggiori derivino invece da computer fisso.
Vedremo se le previsioni per il 2017 si riveleranno corrette.