Durante i miei studi mi è capitato di leggere molti libri sui social media, non solo sul marketing, ma soprattutto sull’influenza che i social media stanno avendo sulla nostra società e su come la stanno modificando. Per questo nella redazione di Consulenza Social Media abbiamo pensato che fosse interessante iniziare una rubrica di recensioni dei libri che stiamo leggendo. Questo mese inizio io con il libro Revolution 2.0 di Wael Ghonim, che racconta l’influenza che ha avuto Facebook sulla rivoluzione Egiziana del 2011.
Revolution 2.0 di Wael Ghonim Recensione del libro
La prima cosa da dire su questo libro è che non è un libro sulla rivoluzione egiziana e sulle sue dinamiche, ma è un libro che vuole raccontare l’esperienza di Ghonim e l’importanza che la pagina Facebook “We Are All Khaled Said” da lui gestita ha avuto nel processo rivoluzionario.
Ghonim dice che Internet ha avuto una profonda influenza sulla sua vita (lui che lavorava per Google). Nel 1998 mentre sta studiando crea un sito web chiamato IslamWay.com per aiutare i Musulmani a connettersi che diventa uno spazio di condivisione di idee islamiche moderate. A giugno 2010 vede un’immagine sulla sua pagina Facebook, che cambierà la sua vita (e anche la storia). Era un’immagine di Khaled Said, un ragazzo di 28 anni che era stato arrestato e condannato a morte. Ghonim decide che non può non prendere una posizione riguardo a questa grave ingiustizia. Decide perciò di creare una pagina Facebook dedicata a Said, che chiama We Are All Khaled Said. La pagina raggiunge i 3000 fan in un’ora e 100000 nei primi 3 giorni.
Ghonim illustra diverse tecniche (di marketing) da lui utilizzate per far interagire i membri della pagina e convincerli a essere più attivi. Una di queste è chiedere ai fan di postare delle fotografie di loro stessi con il cartello “Kullena Khaled Said”, cosa che fanno in centinaia e che aiuta il movimento a incominciare ad avere un volto. Un’altra strategia è di contare sui fan per la promozione di proteste silenziose come i “Silent Stand” che erano pensate per essere delle evocazioni piuttosto che delle provocazioni. La storia di Ghonim si conclude con gli avvenimenti rivoluzionari del 25 Gennaio 2011 che portarono alla destituzione di Mubarak, ma anche all’arresto dello stesso Ghonim.
Quello che ci interessa di più di questo libro è la conclusione dello stesso, dove Ghonim dice: “grazie alle moderne tecnologie, la democrazia partecipata sta diventando una realtà. Per i governi è sempre più difficile mantenere le persone isolate una dall’altra, censurare l’informazione e nascondere la corruzione. Lentamente, ma sicuramente, il potere di oppressione dei popoli si stanno estinguendo”.
Ovviamente anche Ghonim è consapevole che una conversazione su Facebook non può creare da sola un cambiamento social (“La storia si fa in strada, non su Internet“), ma è sicuro che i social media, permettendo alle persone di connettersi e di parlarsi, possono creare le condizioni per superare la paura.
Cosa ne pensate? I social media ci stanno davvero rendendo più liberi?
Se volete approfondire, guardate la TED talk di Ghonim.