In che modo i Social Media sono un ottimo canale di promozione online per un lancio di un libro?
La valorizzazione di un libro sui canali social, necessita di tutte le strategie e tattiche volte a raggiungere il target di rifermento.
Ovviamente, tali strategie, come la scelta del canale social più adatto e della community interessata, devono essere calibrate in base all’obiettivo della comunicazione digitale.
Ideale, per esempio, è l’apertura di una pagina Facebook, in cui, dopo aver delineato un piano editoriale, iniziare a coinvolgere il pubblico con post che esprimono il valore e il messaggio del libro, immagini coinvolgenti e aggiornamenti su eventi futuri.
Utilizzare anche Twitter, per condividere news attinenti al mondo del vostro settore editoriale (es: libro giallo, libro per ragazzi, romanzo ecc) o tweet di 140, piccole chicche che incuriosiscono del vostro libro; e Instagram, per creare engagement con foto degli eventi o lettori con in mano il libro.
Riteniamo che il punto di congiunzione tra un libro e i Social Media esiste e sia principalmente uno: tutti e due raccontano storie e emozioni, i primi tramite la carta stampata, i secondi tramite tecniche di storytelling.
In tale direzione, abbiamo fatto una chiaccherata, con Pietro Vaghi, autore del libro “Scritto sulla mia pelle“, sul rapporto tra promozione di un libro sui Social Media e fidelizzazione dei lettori attraverso una comunicazione online efficace e pertinente.
Ciao Pietro, nel tuo ultimo libro “Scritto sulla mia pelle” parli di adolescenza e di come questo periodo possa essere anche traumatico. Quali sono secondo te i pro e i contro dell’utilizzo dei social network in questa fase della vita?
I social sono parte della realtà e della vita di tutti i giorni degli adolescenti (e di noi tutti). Sono uno strumento potente di conoscenza e condivisione, un elemento in più nella nostra vita relazionale che fino a pochi anni fa non esisteva. Penso che il “contro” principale per i ragazzi nell’uso dei social sia la dipendenza dal successo online (like, condivisioni…).
Cosa significano i social network per i ragazzi di oggi e qual’è il senso del loro vivere in rete?
Per i ragazzi, i social sono anzitutto una fonte di informazioni e intrattenimento, sia sulla loro cerchia di amici che sui contesti più ampi dei loro interessi. Un po’ come per tutti noi. Negli anni dell’adolescenza però i social rappresentano anche un luogo di sperimentazione del proprio io. Più o meno inconsapevolmente, è come se un ragazzo o una ragazza iniziassero a curare il proprio Personal Brand a partire dagli 11-12 anni.
Può essere un ottimo stimolo per la creatività, ma in anni fondamentali per la formazione dell’identità, in alcuni casi, il desiderio di essere apprezzati e riconosciuti rischia di coincidere essenzialmente con il successo di un’immagine spesso costruita e ritoccata e, proprio per questo, distante dalla realtà.
Il punto non è solo se e quanto tempo “perdono” online: la domanda è che valore ha per me l’immagine che ho online? E soprattutto: quanto coincide con chi sono?
La possibilità di controllare e manipolare la propria identità e le relazioni, dalle conversazioni su Whatsapp (che per quanto in realtime sono sempre mediate rispetto a una chiacchierata faccia a faccia) agli scatti di Instagram, rischia di concentrare l’attenzione dei ragazzi più sulla costruzione di un io adeguato al successo che sull’ascolto e la scoperta paziente di chi sono veramente.
Per questo penso sia molto importante un adeguato accompagnamento educativo, non tanto (o non solo) legato ai rischi del web: l’avventura di un genitore, di un professore o di un educatore, anche nella nostra epoca digital, sarà sempre aiutare i ragazzi a conoscersi, tirar fuori il meglio di sé e raccontare la propria storia, anche sui social.
Social media ed editoria: pensi che possono essere efficaci i social network per instaurare un dialogo con i tuoi lettori?
La mia esperienza (per quanto ancora breve ) è che i social sono il luogo in cui i lettori entrano in contatto con chi scrive (e con gli editori).Sta a noi ascoltare e rispondere ai messaggi e alle domande che riceviamo. Ho ricevuto molti messaggi, anche personali e forti nelle chat di Instagram e Facebook: una delle cose fantastiche dei social è che semplificano e avvicinano al pubblico. Quindici anni fa non avrei mai ricevuto tanti messaggi dai ragazzi che stanno leggendo “Scritto sulla mia pelle” e non avrei avuto la possibilità di iniziare un dialogo con loro che, dopo l’avventura di scrivere e vedere pubblicata la storia di Stefano, è il regalo più bello di questi mesi.
Quali Canali Social ritieni maggiormente efficaci per la promozione di un contenuto editoriale?
Parlando di editoria e in particolare di narrativa, direi che Facebook resta ancora il punto di partenza, sia per un certo senso di autorevolezza e visibilità, sia perché, dal punto di vista anagrafico, gli addetti ai lavori di questo settore sono più vicini e abituati a Facebook che ad altri social.
Twitter sicuramente è l’altro strumento imprescindibile per una community che, per fare un esempio, vede un giorno sì e uno no tra i top trend italiani gli hashtag di @CasaLettori, il profilo di un’appassionata di libri seguitissima e attivissima.
Instagram penso sia la grande sfida. Personalmente sto sperimentando e sto cercando di imparare dal social che coinvolge di più i miei lettori principali, dai 13 anni in su.
Una tendenza che ho notato ultimamente tra autori e editori è l’uso sempre più attento ed esteso delle caption fino a trasformare Instagram in una nuova forma di blog. Non sono certo che sia una strategia vincente per un social che nasce essenzialmente visual, ma chissà che in questo particolare settore non sia l’arma giusta.
Ritieni che il binomio tra la comunicazione su carta e su web sia indispensabile per raggiungere il tuo pubblico? Le case Editrici [rif. Salani], hanno vita dura in un mondo in cui la comunicazione è soprattutto via web?
Sul dibattutissimo tema carta vs digital del mercato editoriale, in particolare per quanto riguarda la narrativa, penso che i libri cartacei non siano ancora destinati a scomparire. I lettori amano l’ “oggetto fisico libro” e interagiscono in modi che l’ebook impedisce. Persino i giovanissimi sono un esempio: ricevo moltissime foto di pagine di Scritto sulla mia pelle sottolineate a matita.
Sottolineare i dialoghi o i passaggi è quasi un rituale che tocca il cuore nel profondo, tanto che tra i meme e gli stati Whatsapp più diffusi tra i ragazzi ce n’è uno che dice: “ti regalerò tutto quello che fino ad oggi hai sottolineato nei libri”.
Non per questo la comunicazione digitale va dimenticata, anzi! È proprio via Instagram, su Facebook e Twitter che i lettori condividono le foto dei libri. Per questo penso che la sfida per le case editrici sia come sempre la qualità dei contenuti sia cartacei che digitali e in questo senso, giustamente, l’investimento maggiore al momento va fatto sul digitale perché molti editori sono fortissimi sul cartaceo ma possono crescere ed esplorare ancora molto in questa direzione.
Quale sarà il tuo prossimo appuntamento con i tuoi fan per la promozione del tuo libro?
A parte le presentazioni in calendario (www.pietrovaghi.it), una cosa cui tengo molto e che sto “covando” da un po’ è un bel grazie a tutti i ragazzi, le classi di scuola e i lettori che sto incontrando in giro per l’Italia. Tanti incontri, tanti dialoghi anche molto personali scatenati dal romanzo sono la cosa più bella di questa nuova avventura e non voglio assolutamente perdere il contatto con i miei lettori.