Oggi ci occupiamo della relazione scoperta tra Twitter e creatività. Chi lo dice che si debba coltivare una rete sociale esclusivamente professionale, fatta di colleghi e gente che sostanzialmente la pensa come noi e ha un identico percorso formativo o background lavorativo? Una recente ricerca del dipartimento del MIT che si occupa di business, il MIT Sloan, suggerisce che i dipendenti di un’azienda che usano Twitter siano creativi. Non solo: i dipendenti che creino una rete sociale su Twitter che esula dai contatti relativi al contesto aziendale tendono ad essere maggiormente innovativi.
Ma qual è la ricetta per la creatività? E’ difficile cambiare modo di lavorare e di interagire: solitamente si tende a farlo solo con dei colleghi. La tendenza è quella di limitare le nostre relazioni a persone che già condividono il nostro modo di pensare, essenzialmente.
Perfino Steve Jobs, fa notare lo studio, in diverse realtà in cui si trovava ad operare, e che di creatività se ne intendeva, creò spazi aziendali fisici dove persone dal background diverso potessero interagire. Aveva avuto un’intuizione tra relazione, dialogo aperto e innovazione.
Twitter e creatività: lo studio
Sono diversi gli studi che si occupano di creatività. Erano tuttavia relativamente ridotti gli studi che si occupavano di relazioni digitali e innovazione, fino a che il team del MIT non ha deciso di studiare le reti sociali create sulla piattaforma di Jack Dorsey.
Tecnicamente lo studio verte sulla cosidetta ONA, o “organizational network analysis”, che permette una rappresentazione grafica delle reti sociali costruite sui social network. Una sorta di Social Graph di Facebook, che collega le persone, ma usato in ambito statistico e accademico. Sono stati studiati numerosi gruppi di impiegati di un gruppo di aziende.
I dipendenti sono stati divisi essenzialmente in utenti Twitter e quelli che non lo erano. Poi sono stati creati due macrogruppi. Nel primo gruppo A erano collocati gli impiegati con una rete di following Twitter maggiormente varia. Nel secondo invece, B, erano collocati i dipendenti che avevano un network sociale su Twitter limitato alle relazioni professionali.
Il secondo step consisteva nel valutare la qualità e la quantità di idee innovative degli impiegati. Il primo risultato è stato che la quantità di idee prodotte non cambiava tra utenti Twitter e non utenti. La qualità, invece, variava significativamente. Gli utenti Twitter in generale erano più fantasiosi.
Nello step successivo, un’altra scoperta, la più interessante: le reti sociali influenzavano ulteriormente l’innovazione: gli impiegati del gruppo A erano decisamente più creativi di quelli del gruppo B.
Twitter e creatività: le conclusioni
La conclusione, molto semplice in sintesi, è che usare Twitter aumenta la creatività, e, usandolo in modo intelligente e “laterale”, la aumenta ancora di più. In particolare, suggeriscono gli autori, si usi Twitter come uno strumento per cercare nuove idee (idea scouting). E portano l’esempio di ingegneri che grazie al consiglio di sconosciuti hanno imparato a far funzionare con maggiore velocità i programmi aziendali. O di altri ancora hanno importato le “best practices” suggerite da un loro contatto. Con ricadute positive sul lavoro in azienda, che si “nutre” della buone idee dei dipendenti. Eccetera.
Con un’ulteriore accorgimento: dopo un po’ di tempo, si tendono a modificare le proprie idee in relazione al contesto, per aderirvi. Quindi: createvi una rete sociale molto variegata. E non dimenticate di modificare i vostri following quando questi diventano troppo omogenei al vostro modo di pensare. A guadagnarne sarà la creatività!
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