Il Video Advertising Facebook è uno strumento che, considerata la sempre maggiore centrale importanza dei contenuti multimediali, richiede venga saggiamente calibrato e messo in atto intelligentemente in modo che possa dare i frutti sperati. La spesa in video dovrebbe superare i 22 miliardi di dollari entro il 2021 e questo solo in America. Un dato come questo è di conseguenza anche al fatto che la concorrenza fra YpuTube e Facebook su Google è sempre più agguerrita.
Nuovi strumenti
Ultimi arrivati e, pare, in fase di test già dai primi mesi del 2018, i pre-roll ads sono dei brevissimi video collocati all’inizio del contenuto: durano al massimo sei secondi e dovrebbero essere usati solo su Watch (il servizio di video on demand di casa Facebook) e, essendo non skippabili, dovrebbero assicurare alla piattaforma un guadagno soprattutto su contenuti e show creati appositamente. I mid-roll ads sono annunci che vengono collocati invece nel mezzo di una clip video e non sono una vera novità. Facebook sembrerebbe testarli, infatti, già da inizio 2017 e quello che potrebbe cambiare nei mesi a venire sono soltanto i parametri che si devono rispettare per l’inserimento degli ad break. Se prima, infatti, gli annunci mid-roll potevano essere inseriti su video che duravano 90 secondi e dopo un tempo di visione di 20 secondi, ora la lunghezza del contenuto sale a 3 minuti e un minuto è l’intervallo di tempo minimo che deve trascorrere per poterne collocare uno. Quale formato scegliere quando si fa video advertising su Facebook rimane, insomma, una valutazione soggettiva, che non può che dipendere dal tipo di brand in questione, dal budget a disposizione, ecc. Da casa Zuckerberg, però, hanno provato a tracciare il tipo di consumo di video advertising dell’utente Facebook. Il risultato più macroscopico parla di un successo dei video ad non skippabili, tra i formati più efficaci quando si tratta di mantenere l’attenzione degli utenti, con performance migliori addirittura di quelle degli annunci video collocati direttamente nel feed o nelle Storie e nelle dirette Facebook. Questo non significa che debbano diventare, necessariamente, la prima scelta di marketer e investitori.