Video verticali sui social media. Ne avete mai registrati? Avevate mai pensato a questa possibilità? Vi rimandiamo, se non l’avete letto, ad un nostro post sul creare video efficaci sui social media. Torniamo comunque nello specifico ai video verticali. Fino a qualche anno fa, registrare un video verticale e condividerlo sui social media sarebbe stato poco producente, in termini di visualizzazioni e engagement. Il video verticale sembrava essere un po’ un taboo.
Ma qualcosa sta cambiando. I telefoni sono utilizzati quasi sempre tenendoli in verticale, e questo modo di fare video, che all’inizio aveva un indelebile impronta amatoriale, potrebbe rivelarsi, in questo 2017, una consapevole scelta di business.
Video verticali sui social media: i telefonini sono verticali
Se comparassimo la forma degli attuali smartphone con quella dei telefoni del passato (non andando troppo indietro) dovremmo accorgeci di un elemento fondamentale: i telefoni sono verticali, e rispettano tutti in qualche modo la distanza tra orecchio e bocca.
Cinema e televisione, al contrario, si rivolgono agli occhi. Dai fratelli Lumiere in poi, la visione è stata orizzontale. Gli smartphone, come tecnologia, si collocano a metà strada tra video e telefono. Finora, siamo stati abituati ad usare il cellulare in modo verticale per la maggior parte del tempo, ed a inclinarlo di 90 gradi solo per guardare, magari, qualche saltuario video su Youtube. Alcune ricerche hanno evidenziato come in effetti il cellulare stia verticale per il 94% del tempo. Ricerche ulteriori hanno rilevato che la percentuale dell’uso di device verticali tenda ad aumentare ulteriormente nel corso degli ultimi anni.
L’accesso ai social media è verticale
Basta dare un’occhiata alla maggior parte di applicazioni create per gli smartphone per accorgersi che sono pensate in “verticale”. Non solo. I social network, piano piano, si stanno adattando all’idea che la maggior parte dei propri utenti usino lo smartphone e non solo il pc o il mac.
Tutte le ricerche inoltre concordano su di un punto fondamentale: il gap tra il traffico desktop e mobile è destinato a ridursi drasticamente. Per il 2018, negli Stati Uniti si prevede che gli utenti passeranno oltre 3 ore su internet tramite telefono, mentre solo 40 minuti attraverso il computer. E’ quindi vitale per chi si occupa di comunicazione tenere conto di questa probabile tendenza.
Video verticali sui social media: i social network si adattano
Un’altro dato su cui riflettere. Il render dei video verticali sui social network è stato implementato. I fastidiosi bordi neri, caratteristica dei video verticali, sono stati rimossi da molte piattaforme. Su Facebook e Instagram, da Snapchat, da Twitter, e perfino da Youtube – almeno se si usa un cellulare Android e si tiene contemporaneamente il cellulare in verticale.
In pratica, i social network si stanno adattando a questa forma di condivisione e format dei video. Facebook, Instagram e Youtube in particolare stanno ponendo particolare enfasi nell’esperienza degli utenti. Per esempio Facebook ha apportato delle migliorie alla visione dei video verticali prima dell’Agosto 2016. Stesso discorso per Instagram, che nel post del blog che annunciava le tanto note Stories, parlava anche del formato video maggiormente adatto agli utenti.
Le conversioni con i video verticali
C’è un motivo prosaico per passare ai video verticali. Snapchat, forse l’apripista per quanto riguarda questo tipo di formato, dice che gli ad verticali vengono cliccati 9 volte in piu’ rispetto agli altri Ad. E che l’engagement prodotto da questo tipo di Ad – che per motivi di spazio copre piu’ superficie – è di due volte superiore.
Il motivo consiste proprio nella possibilità di “saturare” la visione dell’utente. Per i marketer e i creativi è una sfida ulteriore. Mentre il “landscape” costituiva uno sfondo per gli Ad, gli Ad verticali sono maggiormente immersivi e promettono di ottenere maggiori risultati. Certo, sempre che siano fatti a regola d’arte.
Video verticali sui social media: venire incontro al pubblico
Un altro motivo per pensare a questo tipo di comunicazione sono le abitudini del pubblico. Gli utenti sono sempre piu’ “coccolati” e assecondati dalle nuove tecnologie, e spesso la visione di un video è interrotta o non comincia nemmeno se il video è in un formato tradizionale. Qualcuno obietterà che si tratta di pigrizia bella e buona, ma l’audience detta legge, e se perfino piattaforme come Youtube – cosi legata alla tradizionale visione del video – rincorre le abitudini dei propri utenti, beh, forse sarà il caso di cominciare a riadattare la nostra comunicazione.