Virtual storytelling: raccontare con la realtà virtuale
Sfruttare la ‘forza delle immagini’ e la tecnologia. In due parole: virtual storytelling. Letteralmente raccontare con il virtuale, significa amplificare l’esperienza di una qualsiasi forma di comunicazione aggiungendo contenuti non reali. Con effetti strabilianti, propri della realtà virtuale.
In quali settori:
- Il giornalismo
- Lo sport
- La fotografia
- Il cinema
- I video
Andando con ordine, il New York Times ha fatto un accordo con Google perchè nella settimana dell’8 novembre scorso distribuisse agli abbonati una cardboard per vedere un video. Il filmato, intitolato ‘The displaced’, racconta la storia dei rifugiati provenienti da Sudan, Siria e est Ucraina. Diversamente da un video tradizionale o da un articolo la realtà virtuale forniva al lettore un’esperienza molto più intima e toccante su quanto veniva raccontato. Questo è solo il primo di diversi video con realtà virtuale che il NY Times ha intenzione di produrre.
La realtà virtuale nello sport entra di prepotenza dopo l’accordo fra Fox Sports e NextVR che ha portato a produrre per la prima volta un evento sportivo usando questa tecnologia. Il primo evento visibile con questa nuova tecnologia sono stati gli US Open di golf, visibili con l’ormai famoso Oculus Rift, compatibile con Samsung e Sony e a dir poco rivoluzionario. Utilizzabile anche nella fotografia, dove l’aggiunta di contenuti alle immagini può rendere ancora più completa la loro fruizione. Titled 360 view è il nuovo database di Getty Images in cui vedere le foto ‘amplificate’ e i prossimi Mondiali di calcio ne saranno il terreno di diffusione su larga scala.
Nel cinema e nei video l’utilizzo della realtà virtuale è abbastanza ‘comodo’ e forse meno rivoluzionario ma sicuramente d’effetto. Provare per credere, guardando la sequenza del film ‘Insurgent’.