YouTube: brand story della piattaforma del videosharing
Volevamo creare un posto dove chiunque possedesse una videocamera e una connessione a internet potesse condividere una storia con il resto del mondo
Fonte: La Stampa
Con queste parole Chad Hurley, uno dei fondatori di YouTube spiega la genesi di un’idea semplice, che ha dato vita a un progetto che ha ottenuto un successo planetario, rivoluzionato il web e cambiato la vita di molte persone.
Tutto è iniziato il giorno di San Valentino
Il 14 febbraio 2005, Chad Hurley, Jawed Karim e Steve Chen, tre amici e colleghi di lavoro, registrano il dominio di quello che oggi è il secondo sito più visitato del mondo dopo Google e che conta 20 milioni di visitatori unici al mese.
Il nome richiama un concetto che in breve tempo sarebbe diventato obsoleto, cioè il “tube” ovvero il tubo catodico della televisione.
Le prime settimane di vita del progetto sono dedicate a perfezionare il codice del sito e a implementare quelle caratteristiche ancora oggi presenti sulla piattaforma e che ne hanno decretato fin da subito il successo: il codice di incorporamento dei video che permette la pubblicazione su siti terzi, la visualizzazione a tutto schermo, la possibilità di inserire commenti, di esprimere un voto e di creare e iscriversi a canali tematici e infine non meno importante, la possibilità di caricare i video direttamente da mobile.
Il 23 aprile dello stesso anno, alle ore 20 e 27 Jawed Karim, uno dei fondatori, pubblica il primo video intitolato Me at the zoo, un video della durata di 18 secondi che lo ritrae davanti alla gabbia degli elefanti nello zoo di San Diego. Il video è tuttora online e ha avuto più di 30 milioni di visite.
Per la cronaca, Jawed Karim è stato il primo utente a registrarsi nel sito.
2006: un anno da ricordare
Non sono trascorsi nemmeno 10 mesi e YouTube colleziona già numeri da record: sulla piattaforma si caricano circa 65.000 video al giorno e nell’ottobre del 2006 Google la acquista per 1,65 miliardi di dollari. Anche i media tradizionali intercettano il fenomeno e il Time nomina YouTube e gli altri social media “person of the Year” per la capacità di porre l’utente al centro del mondo.
Arriva la pubblicità
Nell’agosto del 2007 vengono introdotte le prime forme di web advertising: si tratta di banner semitrasparenti che compaiono nella parte inferiore dei video. Solo qualche mese prima la piattaforma aveva introdotto un sistema di partnership che permette agli autori dei video di monetizzare la propria presenza sul network. L’integrazione con Google permette oggi metodi sempre più sofisticati di promozione sui canali, come ad esempio gli in-Stream, i mini annunci di 5 secondi prima dell’inizio del video, che possono essere targetizzati per dispositivo, località geografica, lingua, abitudini di navigazione.
La piattaforma diventa internazionale
Il 2007 è anche l’anno dell’internazionalizzazione del network: il 19 giugno vengono lanciate le versioni localizzate di YouTube in Brasile, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Olanda, Polonia e Spagna e a distanza di qualche mese anche in Australia e Germania.
Partnership con la televisione
Fin dagli esordi la piattaforma ha attirato l’attenzione dei media tradizionali, per la sua capacità di diffusione virale dei contenuti. Dopo una prima fase di azioni legali intraprese per far rimuovere da YouTube contenuti protetti da copyright, un gigante dell’intrattenimento televisivo tradizionale, la NBC, muta strategia e propone una partnership con la piattaforma per aprire un canale in cui pubblicare i video promozionali del proprio palinsesto televisivo. In seguito numerose case di produzione cinematografica e televisiva stringeranno accordi che andranno a creare veri e propri canali di contenuti on demand.
Copyright e altri guai
Benché non sia consentito dal regolamento pubblicare materiali di cui non si detengono i diritti, le violazioni sono state fin da subito numerosissime. Agli inizi la piattaforma interveniva solo su esplicita segnalazione da parte dei detentori del copyright, ma a partire dal 2007 si è dotata di un programma di verifica dei contenuti che aiuti i proprietari dei diritti d’autore a cercare i materiali pubblicati in violazione per fornire a YouTube le informazioni necessarie a individuare e rimuovere il materiale.
Un altro problema che la piattaforma ha dovuto affrontare già agli inizi è quello del controllo dei contenuti: video che riprendono violenze su persone e animali, filmati dal contenuto esplicito, o che inneggiano alla violenza e all’odio. Se si considera che su YouTube vengono caricate circa 300 ore di video al minuto, è intuibile come sia impossibile applicare forme di censura sistematiche ed è per questo che il network ha messo a disposizione degli utenti lo strumento della segnalazione di contenuti non appropriati, affinché questi possano venire rimossi.
Record e tormentoni
Il 21 dicembre 2012 è un’altra data storica per per la piattaforma: per la prima volta un video supera 1 miliardo di visualizzazioni. Si aggiudica questo record il video musicale Gangnam Style del rapper coreano PSY. Il video, tuttora online, conta oggi più di 2 miliardi e cinquecento milioni di visualizzazioni. I 10 video più visti di sempre sono tutti musicali, che dimostra quanto YouTube sia utilizzato dagli utenti come motore di ricerca di brani musicali e come la presenza sulla piattaforma sia stata determinante per il successo planetario di molte popstar.
Per quanto riguarda i video italiani più visti, al primo posto ancora una volta un video musicale: quello della partecipazione di suor Cristina al programma televisivo The Voice. Ma accanto ai video musicali non mancano youtuber come Frank Matano e Michael Righini che, pubblicando video comici e parodie, sono diventati vere celebrità sul network.
Uno strumento di democrazia
YouTube ha ricevuto numerose critiche per non essersi opposto alle censure imposte dai regimi totalitari che in più occasioni ne hanno imposto il blocco all’accesso dei cittadini.
Nonostante questo il network si è dimostrato uno strumento efficace di condivisione di idee politiche e di informazioni: nel 2011 attraverso la piattaforma si pubblicano i video che testimoniano le rivolte dei paesi del Nord Africa della “primavera araba”.
Nel 2012 invece, durante la campagna elettorale USA, YouTube trasmette in diretta streaming il dibattito tra i candidati per la Casa Bianca.
Youtube, la più importante piattaforma di videosharing, ha dimostrato un’ineguagliabile capacità di creare fenomeni virali, di decretare il successo di molte persone e ha dato un fondamentale contributo alla nascita e allo sviluppo del concetto di web collaborativo.
Fonti: Ansa, Fastweb, Focustech, La Stampa, Sky tg24, YouTube, Youtubologia, Wikipedia,